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levatrice fu obbligata a declinar il nome della finta puerpera, a cui essa lo aveva portato per simulare un parto. E questa finta puerpera è appunto la Ida Dimbowsruki detta Evanieff, la quale dal canto suo non ebbe una sola parola, una sola ragione, un solo lampo da contrapporre alla asserzione della sua levatrice.
«La confessione di questa donna non si è ancora potuta ottenere nello stadio dell’istruttoria. Spero che il nostro onorevole presidente sia più fortunato. Ad ogni conto, è mio dovere in questo atto di accusa il toccare per sommi capi le ragioni per le quali, a malgrado della sua insistente negazione, la giustizia ba creduto di ritenerla rea.
«Innanzi tutto, la sua posizione sociale. Essa è pur troppo una delle molte avventuriere, che infestano la società onesta e che in essa menano la rovina materiale e morale. In secondo luogo, la sua relazione con un ricco signore, il quale dalla credenza di esser divenuto padre, quantunque illegittimo anzi adulterino, si sarebbe trovato a lei avvinto da più stretti e solidi legami.
«Finalmente le testimonianze avverse, dalle quali si può ragionevolmente dedurre non essere ella mai stata incinta, e la voce pubblica concorde nell’accusarla di quella fin-