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Esaurite le prime formalità, cioè la presentazione dei testimoni, l’identità degli imputati, e la lettura di non so qual documento, fatta con voce monotona dal cancelliere, - il signor presidente, vecchio venerando dalla testa pelata come un ginocchio e dalla barba candida e fluente, si rivolse al pubblico ministero e lo invitò a pronunciare l’atto di accusa.
Il commendatore Virginio allora sorse in piedi, e lesse una lunga requisitoria, da cui, col potere discrezionale che è concesso ai romanzieri, mi permetto di levare i punti più salienti.
«Una sera dello scorso febbraio una carrozza si arrestava verso le undici alla porta d’una casa di via...., segnata col numero 12, e ne discendeva una levatrice, la quale era stata incaricata di portare alla fanciulla che dimorava al primo piano di quella casa un bambino da lei poco prima avuto da una madre povera, la quale credeva ch’ella l’avesse portato all’ospizio dei Trovatelli.
«Chi erano quella fanciulla e quella levatrice? Eccole entrambe sedute a noi dinanzi, signori giudici, signori giurati: la prima e la nominata Ida nata principessa Dimbowsruki, detta Evanieff, di professione cavallerizza; la