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268 | ivon |
A Ida brillarono gli occhi di gioja. Cessò dal lagrimare.
Allora ella andò a uno stipo, aperse un ripostiglio segreto e ne trasse una cassettina, su cui stava ricamato in argento uno stemma principesco.
Un lungo sospiro le uscì dal petto. Gonzalo la stava aspettando in piedi commosso ed impaziente.
Ida gli posò nelle mani il cofanetto, lo pregò di aprirlo e disse:
— Una volta mi dicesti che se tu sentissi di amare una donna al punto da doverla sposare, saresti pronto a passare anche sopra a tutti i pregiudizi, e non baderesti nemmeno se ella fosse o non fosse plebea e magari illegittima.
— E vero - rispose Gonzalo - e se quel giorno dovesse venire per te, io sarei sempre di questo avviso.
— Ebbene - ripigliò Ida - giacche or ora tu hai chiesto la storia della mia vita e della mia famiglia, io posso dimostrarti, che se tu mi credessi degna di diventar tua per sempre, io ti risparmierei anche qualunque sagrificio di amor proprio, giacchè io sono la figlia primogenita del principe Stanislao Dimbowsruki di Pietroburgo, e sono nata per caso in Italia nel suo lungo viaggio di nozze.