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amore corisposto, ella che non era mai uscita senza un certo rincrescimento dai moderati abbracci del duca, a cui si era concessa più per necessità che per trasporto, si trovava ora tutta mutata e compresa da una felicità nuova e completa. La violenza delle sue sensazioni la spossavano, ma la rendevano beata, ed ella si lasciava portare da una specie di fatalità in cui aveva fiducia, immersa nella sua voluttà, senza pensar all’avvenire che le si preparava.
Mai non le era accaduto di goder tanto dinanzi allo specchio, ora ch’essa si faceva bella solo per lui. Degli omaggi altrui non le importava più nulla. E come capiva di essersi ingannata quando aveva creduto di amare Raimondo!
I mesi, adunque, che corsero dalla partenza del duca fino l’annuncio del dibattimento che le fu improvvisamente indetto per la Corte d’Assise, furono per lei pieni di gaudio, e s’avverarono in lei dei portenti di affetto, di obbedienza, di rimessione, di tenerezza verso il