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io ho qui la nota dei bambini che furono battezzati in quei giorni in cui l’Orsanicchio si sgravò.

Un’idea luminosa attraversò la mente della signora Orsolina.

Il giudice continuava ad esortarla, perchè dicesse in che casa aveva portato il fardello vivente. Ella non rispondeva, perchè andava ruminando quella idea.

Finalmente rispose:

— L’ho portato in una casa in via... - E la nominò.

— Ohi vi abita?

— Una signora forestiera.

— Il suo nome?

— Ma il nome io non lo so.

— È impossibile. Tiratevelo bene in mente.

— La signora Ida Evanieff.

— Ah, finalmente! - sclamò il giudice, tirando un gran sospiro - Riposate un pochino, che poi continueremo. - E si volse al cancelliere per rileggere ciò ch’egli aveva scritto.

Poi si sdraiò, contento del fatto suo, nella sedia a bracciuoli, e tirò su per le canne del naso un’enorme presa di tabacco.

— Adesso bisogna che voi mi descriviate bene come avete fatto a portare il bambino dell’Orsanicchio alla signorina Evanieff.