Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/249


quattro milioni 243


non mancano, e mancherebbero, anzi, se si avesse a scoprire l’affare.

La contessa cavò il portamonete di tasca e disse:

— A buon conto, io, perchè prevedevo qualche cosa di simile, le ho portato un biglietto da cinquecento. Tenga, e faccia le cose per bene. Ma le raccomando di non abusare della mia liberalità.

— Cara signora contessa - fece la levatrice, respingendo la mano di Annetta - per dimostrarle che io sono sincera, comincio col non accettare nulla, giacchè per ora non merito un bel nulla. Quando avrò fatto i miei passi coll’impiegato municipale per ottener la fede di morte del bambino, allora le dirò quello che egli pretende e accetterò anche le sue grazie.

— Vedo che lei è una brava donna - disse la ex-ballerina rintascando il suo biglietto di banca - Ma chi può mai essere questo marchese di Filadelfia, biondo, co’ guanti chiari e un brillante di gran valore nella cravatta?

— Io già non l’ho mai veduto a Milano. E sì che conosco tutta l’aristocrazia....

— Ma era proprio di qua?

— Sì, sì, certo, perchè la pronuncia non può sbagliare; ma però c’era un qualche cosa di forastiero nell’accento.