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L

a contessa Annetta Rocca-Serena stava facendosi far il giuoco delle carte da una vecchia megera nel suo dorato gabinetto, quando il servo le recò una lettera su cui stava un preme scritto in caratteri più grossi del vero, dicendole che il fattorino di piazza aspettava la risposta.

La lettera sonava così:


«Signora Contessa»

«Ho estremo bisogno di parlare con lei, per affare importantissimo che la riguarda. Dove potremmo trovarci senza dare sospetti? La mi dica l’ora che le accomoda e il luogo.