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appena questa lo ebbe avvisato che la donna montava le scale.
Questa era seguita, senza ch’ella se ne accorgesse, da un delegato e da un appuntato che s’era travestito da sorvegliante municipale e che doveva aiutare il marchese di Filadelfia a cavarsela a tempo opportuno. Essi si fermarono sul pianerottolo appena fuori dell’uscio.
— Io l’ho fatta chiamare - disse la levatrice - per darle notizie di suo figlio.
— È forse ammalato? - domandò la madre con molto interesse.
— No - rispose l’altra - ma deve partire da Milano forse per qualche anno. E va a star bene. Lo vogliono adottare.
— Che mi dice? - sclamò la madre - Ma questi però non sono i nostri patti!... Potrò almeno dargli un bacio per l’ultima volta?
— Non so se me lo lasceranno venire.
— E non c’è proprio modo di sapere dov’è andato a finire? - domandò la madre.
— Impossibile! - rispose la levatrice alzando la voce - Quelli che l’hanno levato dall’Ospizio sono pronti a dar dei danari, ma non vogliono far sapere il loro nome.
— Però i nostri patti erano che il bambino dovesse star qui nei contorni e non partire per paesi lontani.