Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/232

226 ivon


— Questo è ciò che ella deve permettermi di non svelare per ora.

— Sempre segreti? - fece ridendo il capo della sicurezza pubblica - Si direbbe che il questore è lei e che io sono il referendario.

— Io le faccio osservare, signor commendatore, che ora il più è fatto, e che con questo filo toccherà alla giustizia a scoprire i correi. Se io le dicessi quell’altro nome sarei un delatore, ed io non voglio essere delatore. Nondimeno io le ho dato in mano i mezzi di venir a capo della verità.

— Rispetto questa delicatezza - rispose il questore con una piccola punta di ironia nella voce, della quale avrebbe fatto volentieri di meno - Ora si tratta di trovare il modo migliore per cogliere la rea in flagranti.

— Questo è facile - notò Stambecchi - Domani alle due siamo intesi che io dovrò essere nascosto nell’armadio della levatrice, per sentire, dalla bocca stessa della madre del bambino ceduto, che ella non conosce dove esso sia andato a finire. Basterà che i due testimoni, da lei delegati, stiano fuori sul pianerottolo, per sentire come dovrò sentir io, giacchè la levatrice mi promise che avrebbe saputo alzando la voce mettere il diapason del dialogo in un tono molto alto e molto