Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
220 | ivon |
— Ah, è vero! Allora sarà meglio farla venir qui da lei.
— Sì, sarà molto meglio.
— E quando potrò udirla parlare?
La levatrice stette a pensare. Poi, tornandole i sospetti e le resipiscenze, sclamò:
— Ma io non capisco bene... la scusi, veh... che interesse possa aver lei di sapere che quella donna non sa dove sia andata a finire suo figlio.
— Gliel’ho detto, mi pare. È per acquetare quella povera Annetta che teme sempre.
— No, no, no, è impossibile - disse la donna - la signora contessa Rocca-Serena non può aver nulla da temere. Io non vedo la cosa chiara.
— La scusi - ripostò Stambecchi con una perfetta calma - Io la voglio persuadere e farle vedere che invece la cosa è chiarissima e molto naturale. Io amo passionatamente l’Annetta, ed ella può imaginarsi se vedendola sempre inquieta e malinconica per questo timore, io non debba avere un grandissimo interesse a tranquillarla. Del resto, la madre non può essere compromessa in alcun modo. Ella non ha fatto altro che cedere a lei suo figlio, perchè fosse collocato in una famiglia dove sapeva che dovea vivere lautamente ed