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216 | ivon |
— Andiamo, via, mi dica questa somma. E cento più, cento meno, a me non importa.
— Io, già, dico il vero, non potrei a meno di otto mila lire...
— Vada dunque per le otto mila lire. Io le dico la verità, credevo ch’ella mi dovesse chiedere molto di più.
La levatrice si morse le labbra e si diede internamente della minchiona.
— E per che giorno avrebbe bisogno di questo bambino?
— Fra quindici giorni al più tardi.
— Quindici giorni! Madonna santa! Ma perchè allora è venuto da me soltanto adesso?
— Che vuole! Sono arrivato a Milano da due giorni solamente.
— In quindici giorni sarà molto difficile che io lo serva.
— Però non impossibile?
— Sicuro che non c’è niente di impossibile a questo mondo! Ma è tardi, tardi, tardi...
— Eppure, la contessa mi disse che il piccolo Eleuterio gliel’ha trovato in pochi giorni.
— E dàlli! - sclamò la levatrice - Ma in grazia, confidenza per confidenza, ella sarebbe mai l’amante dell’Annetta?
— Faccia conto che io lo sia.