Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/22

16 ivon


povero conte al verde e la sua ex ballerina; di sana pianta.

Ella, che era sempre stata piuttosto avara, passava a suo nipote venti franchi al giorno.

E talvolta gli diceva:

— Fortuna che tu non hai figlioli, se no, anche tu colla tua testa matta, un giorno o l’altro, li lasceresti sul lastrico come ha fatto tuo padre con te.

— Ti giuro, cara zietta - le rispondeva Dario - che se Dio mi manderà un figlio, metterò giudizio, e mi restringerò a non spendere che dieci franchi al giorno dei venti che mi dài; e gli altri li metterò alla cassa.

— Davvero, me lo prometti?

— Davvero.

— Il più sta nell’averlo, un figlio - diceva ridendo la zia - perchè, se debbo credere a certe lamentazioni di tua moglie... via, tu mi capisci.

— L’Annetta ti ha parlato di questo?

— Eh... eh!

— Se ella però ti ha detto che io sono veramente giù.... del tutto, mi calunnia.

— Dunque c’è ancora speranza?

— Altro che!

— Tu non saresti - disse la contessa - non saresti degno dei Rocca-Serena, i quali furono tutti alti e potentissimi signori di padre