Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/212

206 ivon


— Io sono disoccupato, e non ho speranza di trovare impiego, giacchè non ho fatto studi nè mi sono avvezzato a star molte ore ad un tavolo. A Nuova York io, col piccolo capitale ricevuto da mia moglie quando mi divisi da lei, avevo cercato di far affari, ma ho perduto tutto, ed ora sono perfettamente al verde. Dalla scoperta di quel delitto potrebbe dipendere la mia sorte. Io sono pronto a mettermi a’ suoi ordini, quando potessi essere certo del segreto.

— Circa al segreto ella non ne può dubitare - rispose il questore - perchè è nostro supremo interesse il conservarlo. In ogni modo io ho il dovere di farle notare una cosa. Dato che io accettassi la sua offerta, che, dico la verità, nella mia qualità di questore, mi deve piacere, giacchè noi abbiamo bisogno di gente come lei, che sia pronta a sfidare certi pregiudizi sociali - io la debbo avvertire, che la prima condizione che io metterei nel farla entrare in funzione coll’annesso stipendio da convenirsi, sarebbe quella di rivelarmi questo delitto, di cui ella vorrebbe andare in traccia.

Stambecchi, sentendo parlar di stipendio, volle dar al questore un’idea alquanto buona di sè, e con un certo risentimento per metà vero e per metà forzato, rispose:

— Io non intendevo di offrirmi a lei come