Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/21


quattro milioni 15


s’era giuocato quasi tutto il suo, e aveva lasciato al figlio Dario la miseria di ottanta mila franchi in tutto e per tutto. Questi poi a Dario non erano bastati neanche a pagar interamente i debiti fatti a babbo morto; e siccome i creditori gli erano saltati addosso come pantere, non appena il padre era spirato, Dario s’era trovato perfettamente al verde, colla ballerina sua consorte da mantenere.

Alla morte di suo padre Asdrubale il conte Dario avea ventott’anni, e la sua ballerina l’aveva sposata a ventidue.

Divenuta contessa di Rocca-Serena, l’Annetta aveva dato un caro addio a Tersicore e al palcoscenico. Vivevano con quello che passava loro la zia.

Da lei non aveva mai avuto nessun figliolo; sicchè la schiatta dei Rocca-Serena stava per estinguersi. Non ce n’era altri in prospettiva, fuori del vecchio don Gabriele.

Dario, con sua moglie e un loro cugino Cesare Vallieri figlio d’una sorella di Eleuteria, erano stati, come accennai, i soli parenti di questa che non le avessero fatto il muso pel suo matrimonio col mascalzone, e che avessero anzi legata amicizia con lo Stambecchi.

E la zia ne aveva sempre serbata loro grande riconoscenza e s’era messa a mantenere il