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che da quel caposcarico d’un suo nipote, conte Dario Rocca-Serena, il quale aveva imitata la zia al rovescio, sposando - dicevano loro una prostituta.
Fortunatamente, era noto che donna Eleuteria aveva sempre saputo tener salde in mano le chiavi dello scrigno e della cassa, e che quel signor Stambecchi era riuscito a mangiargliene ben pochi.
Era poi venuta la separazione di letto e di mensa, che li aveva riconciliati tutti quanti con lei; e non è a dirsi se que’ parenti vedessero l’ora di aver il pretesto per rifarsi buona la zia milionaria e per tornare da lei.
Se non che, questa volta avevano fatti i conti senza l’oste. Donna Eleuteria mostrò d’infischiarsene di loro, delle loro visite, dei loro doni e delle loro gentilezze, e li mandò tutti al diavolo.
Cosicchè, quantunque ella non avesse mai lasciato trapelar nulla delle sue intenzioni circa il testamento, gli aristocratici parenti s’erano rassegnati a vedersi dimenticati, o tutt’al più toccare ben piccola parte della vistosa sostanza.
La Stambecchi prediligeva, come dissi, il peggiore dei suoi nipoti: Dario di Rocca-Serena figlio del conte Asdrubale, suo fratello maggiore, il quale, matto anche lui come un cavallo,