Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/186

180 ivon


Ma quale fu la sua esultanza, quando l’avvocato di ritorno dall’archivio gli ebbe detto che le pratiche per la separazione erano rimaste tronche dalla sua partenza, e che nessuna sentenza era passata in giudicato per forza della quale egli dovesse ritenersi legalmente diviso dalla defunta contessa Eleuteria e indegno della legittima?

— Dunque io ho diritto alla terza parte? - sclamò tripudiando Stambecchi.

— Senza dubbio!

— Vale a dire?

— Un milione e mezzo.

— Sicuro! La terza parte di quattro milioni e mezzo vuol proprio dire un milione e mezzo.

— Netto come uno specchio!

Stambecchi si diede a fare delle piroette pazze nello studio dell’avvocato.

I giovani alle sue grida di gioia accorsero e lo videro dimenar gambe e braccia come un convulsionario.

— E dunque mio nipote Dario, l’erede, che me lo dovrà restituire il mio milione e mezzo?

— Lui in nome di suo figlio erede.

— Ah! Vado subito da lui! Birbante d’un Dario! Egli tentava di rubarmi il fatto mio!

L’ho sempre detto ch’egli è un poco di buono!

E corse a casa di questo.