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pioggia, e la gente andava per le vie, allegra e spensierata ch’era un piacere a vederla.

Il marchese trovò Raimondo al club, che stava in crocchio di gentlemen-riders combinando le corse di estate e il programma di una nuova società ippica.

La venuta di don Gonzalo fu accolta da un’acclamazione unanime. Raimondo stesso lo pregò di mettere la sua firma sotto il manifesto dei soci.

Quando quell’argomento fu esaurito, Gonzalo prese da parte il duca e si diede a tastarlo:

— Voi sapete certamente, caro Raimondo, che io sono un appassionato cultore della scienza del diritto...

— Eh, chi non lo sa, caro marchese?

— Potete dunque pensare come io non possa lasciar cadere nell’indifferenza il caso flagrante capitato alla vostra signora Evanieff, a cui ho portato or ora le mie congratulazioni per l’ottenuto piede libero.

— L’avrete trovata di assai mal umore.