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terino. Si interrogava, e per scusarsi a’ propri occhi rispondeva che se fosse stato il frutto d’un legittimo amore lo avrebbe amato davvero; non voleva convenire con sè stesso di non aver cuore, e cercava i pretesti.
Giunti a casa, la Ida corse ad abbracciare il bambino, e con molte lacrime e innumerevoli baci e carezze sfogò la piena del suo animo angosciato.
Il povero bimbo guardava la madre, coi suoi occhioni spalancati e sorpresi, e faceva greppo anche lui colle labbra come se avesse compreso il dolore di lei.
Raimondo si accomiatò dicendo che sarebbe venuto a pranzo.
Mezz’ora dopo, a lei fu annunciata la visita di don Gonzalo, marchese di Turrone.
Il primo movimento dell’Ida fu di dir alla cameriera che non poteva riceverlo. Aveva paura di quell’uomo.
La sua visita, in cui sarebbe stato impossibile non venire ad una spiegazione molto intima, la spaventava. Capiva che il duca ormai le era