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T

re giorni dopo questo colloquio, Raimondo andava a levar di prigione la sua Ida e la riconduceva a casa.

Egli aveva fatto per lei il deposito di ventimila lire, che un amico gli prestò, senza che egli fosse obbligato di ricorrere agli strozzini.

Nel tragitto dal Cellulare a casa essi non iscambiarono che poche parole. C’era fra loro due un’aria di disagio, una preoccupazione molesta, che li invitava al silenzio; un silenzio che confinava col broncio.

Sentivano entrambi di aver torto, ma nè l’uno nè l’altra sapevano sciogliersi da quella specie d’imbarazzo nuovo in cui si trovavano.