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capire d’essere certo, certissimo, che la Ida fu incinta, e che il figlio è proprio nato da lei e che l’avete riconosciuto per vostro, perchè non potrebbe essere altro che vostro.

— Che volete ch’egli abbia pensato, caro marchese? È facile imaginarselo. Il giudice istruttore finse di ascoltarmi con grandissima attenzione e d’essere colpito vivamente dalla mia deposizione. Eppure credete voi ch’egli sia per dichiarare di non farsi luogo a procedere contro la Ida? Neanche per sogno. La logica dei giudici istruttori e dei procuratori è molto più fina di quella dei semplici mortali. Io ho veduto negli occhi di quei magistrati due sentimenti opposti fra loro, ma entrambi contrari all’idea di tener buona la mia testimonianza. Il giudice istruttore in cuor suo mi faceva l’onore di tenermi per un gran baggeo, e il signor sostituto procuratore, più cortese ancora, mi faceva l’onore di tenermi per un fior di bugiardo. Ecco tutto!

— Ma non pensano quei cari signori che voi ripeterete la deposizione sotto il suggello del giuramento?

— Che importa? Allora il signor sostituto procuratore, che oggi mi crede bugiardo, capirà che non lo posso essere e si unirà al giudice istruttore per credermi un gran bag-