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— Lo so di certo. È ammogliato e separato da sua moglie che scappò da Bologna o da Modena che sia, con un cantante francese, saranno ora quattro anni.

— Quand’è così, la cameriera mi avrà ricamata la storiella - disse il procuratore del Re. - Il fatto è che dopo quel discorso del duca, Ida gli saltò al collo e gli disse: - Ebbene, io ti credo, Raimondo, e la tua parola mi basta. Io sono tua, fa di me quello che vuoi. - E da quel giorno sono diventati amanti.

Don Gonzalo capì di sprecar il fiato a persuadere il procuratore del Re della inverosimiglianza della storiella, e non volendo dargli sospetti, ricondusse il discorso alle teorie giuridiche e non parlò più della Ida.

Egli naturalmente aveva pregato il magistrato di concedergli quell’udienza, non già per parlare d’una cocotte qualunque — che diamine gli poteva mai importare a lui? — ma per avere lumi e consigli e informazioni intorno ai suoi studi legislativi e sul carcere penitenziario, che egli aveva visitato quella stessa mattina, e dove aveva trovato per caso quella sconosciuta, della quale per pura cavalleria aveva promesso di occuparsi per ottenerle il piede libero.