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tentava di farsi credere una rosière, forse per farsi sposare. E fatto è che ella teneva pronti in tasca i biglietti falsi da mille, che, come lei sa, in distanza, a occhio e croce, si scambiano facilmente coi biglietti veri.

n duca lesse dunque il biglietto che la signorina si era scritto da sè stessa, e disse:

— Capirete, Ida, che adesso io sono in obbligo perfetto di compensarvi del sacrificio che voi mi volete fare. Il mio dovere di gentiluomo in questo caso è preciso... Se no, sarei io il compromesso.

E così dicendo se ne andò in fretta, senza ch’ella dicesse parola per trattenerlo.

Tornò di lì a venti minuti, e depose una busta sul piano del franklin dove la Ida stava scaldandosi i piedi. Questa la prese, vi guardò dentro, ne estrasse un fascette di biglietti di banca, mandò una specie di grido, finse quasi di svenire sulla sedia e mise la mano in tasca per levar il fazzoletto e per portarlo agli occhi.

Il duca era lì mezzo intontito e non sapeva che dire. Allora lei, senza aggiungere parola, e come convulsa, allungò la mano verso il duca in atto di restituirgli i suoi danari. Questi, da gentiluomo qual’è, a cui sarebbe parso impossibile rimettersi in tasca una cosa donana, fece istintivamente un moto di rifiuto; e lei, senza