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poi si sarebbe recato egli stesso a casa sua a ricevere i suoi ordini.

Puntuale come un negoziante inglese, alle quattro, il procuratore del re si faceva annunciare dal servo di sua eccellenza, ed era ricevuto da don Gonzalo coi segni della più alta considerazione.

Il discorso fra un grande di Spagna - in procinto di innamorarsi, ma che colla dissimulazione del diplomatico sa nascondere gli intimi sentimenti, - ed un procuratore del Re ligio al proprio dovere, e chiuso come un gesuita, non è così gaio da invogliarmi a riferirlo per disteso.

Del resto non fu nè troppo lungo, nè troppo involuto. L’amore aveva già ingrossate agli occhi di don Gonzalo le difficoltà del rilascio di Ida a piede libero. Il rappresentante della legge non mise la benchè minima difficoltà a questa domanda, e spiegò allo Spagnuolo come qualmente colla dovuta cauzione la signora Ida Evanieff sarebbe stata subito rilasciata.

Don Gonzalo allora passò a discorrere delle probabilità che la fanciulla avesse commessa quell’imperdonabile imprudenza.

— Eppure - soggiunse, buttando là le parole con indifferenza - la impressione che io ne