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Poi soggiunse:
— Ma come mai la levatrice ha potuto accusare sè stessa?
— Ha dovuto ammettere il fatto dinanzi all’evidenza degli indizi a suo carico.
— Probabilmente ella le avrà promesso del danaro per tacere, e non avrà poi mantenuta la parola!
— Può darsi. Il fatto è che in questo non saranno mai abbastanza lodati il giudice istruttore e il procuratore del re, che hanno dimostrato una sagacia ammirabile.
— Chi sono, di grazia?
— Il giudice istruttore è il cavaliere Deangelis, e il procuratore è il commendatore Virginio.
— E si sa in che modo siano venuti a scoprire l’intrigo?
— Ecco - rispose il direttore del Cellulare - A dir vero, il signor commendatore Virginio non avrebbe avuto alcun motivo di sospettare quel tradimento fatto al signor duca Raimondo Delpardo, che forse ella conoscerà.
— Certamente che lo conosco, povero duca; e se non gli ho fatto ancora le mie condoglianze per tale sua disgrazia, gli è soltanto perchè sono stato assente in questi giorni e non ho avuto occasione d’incontrarlo.