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coquette e null’altro. Accivettita cogli occhi, le si crede, essa promette, lascia sperare, ti tira fino al punto da credere ch’ella sia innamorata di te; poi, quando si tratta di venir al tandem, patatrach, ti ride in muso. Bel vanto!

— E voi, conte? - domandò Gonzalo al quarto commensale, che era rimasto fino allora in silenzio.

— Ah, io bevo!

— Va là, che ancor tu hai provato la sua perfidia e fosti un po’ piccato.

— Ma che piccato! Io non mi ricordavo neanche più ch’ella esistesse.

— Vorresti forse negare che anche tu le hai scritto una lettera di fuoco, che essa mi fece leggere un giorno ridendo assai delle tue frasi vulcaniche?

— Ah, forse quand’era a Napoli, con Guillaume....

— A Napoli o altrove, fa lo stesso.

— Sì, non lo nego, ma la prima fu lei a farmi la corte.

— In che modo?

— Cogli occhi. Ella mi guardava in modo che io stavo sempre per poco a non chiamar i pompieri....

Caspita! - sclamò il marchese in pretto