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102 | ivon |
— Lo so pur troppo! Ma non ci riusciranno. Guardati anche da Vallieri.
— Io penso, per schivare la lite, di venir a una transazione. Offro trecentomila lire da dividersi fra loro. Se sono contenti, bene; se no, si andrà in tribunale.
— Mi paion troppi! Io se fossi in te non darei loro un centesimo. Se son capaci di provare che Eleuteria era matta, io proverei facilmente che sono matti anche loro.
— Però diciamolo. Delle grandi pazzie ne faceva tua moglie!
— Era bizzarra, non dico. Ma dalla bizzarria alla pazzia, necessaria per render nullo un testamento, ci corre. Sta duro, dà ascolto a me. Piuttosto, se vuoi far qualche cosa, fallo per me.
— Oh appunto - disse il conte - saprai forse che i tuoi creditori...
— Si, lo so.
— Domani vieni qua, parlerai anche con mia moglie che vuole saper tutto e veder tutto. E andrai d’accordo con lei per la tua posizione. Tu sarai scortato, spero.
— Eh no, pur troppo! A Nuova York non ho potuto realizzar nulla.
— Bene, domani intenditi con lei.