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Poesie | 19 |
XIV.
LA NOTTE.
Notte. Consumato e livido arde il fuoco nel camino,
in un angolo, sur un sofà, rosso, io lo guardo in faccia,
finché la mente mi s’addorme, finché le ciglia mi battono;
nella stanza la candela s’è spenta.... il sonno è caldo, molle, lene.
5Allora tu attraverso le tenebre ti avvicini sorridente,
bianca come la neve dell’inverno, dolce come un giorno d’estate;
sui miei ginocchi t’assidi, o amata, le tue braccia mi cingono
il collo.... e tu con amore guardi il mio viso che scolora.
Colle tue braccia bianche, molli, rotonde, profumate
10m’avvinci il collo, il capo sul mio petto abbandoni,
poi, come destandoti da un sogno, colle bianche dolci manine
dalla fronte mia triste i riccioli rimovi;
carezzi piano e pigra la fronte mia rasserenata
e, credendo ch’io dorma, premi la tua bocca di fuoco,
15furba! su gli occhi miei chiusi e sulla fronte
e sorridi come il sogno sul cuore innamorato.
Oh carezzami finché la fronte ho calma e serena,
oh carezzami finché sei giovane come la luce del sole,
finché sei fresca come la rugiada, finché sei dolce come un fiore,
20finché sulla mia fronte non ci son rughe, finché il cuor non invecchi!
XV.
FIORE AZZURRO.
«Di nuovo ti sei perduto fra le stelle
«e nuvole e cieli profondi?
«Guarda che non m’abbi a dimenticare,
«o vita della mia vita!