Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
liv | Introduzione |
rierul din Iași, organo del partito conservatore moldavo, nell’autunno del 1877, dopo un conflitto avuto col direttore che voleva obbligarlo a far le lodi di persona che Eminescu aveva tutte le ragioni di non ritenere un galantuomo, il nostro poeta parte per Bucarest, dove, grazie alle raccomandazioni dei suoi amici della Junimea, entra a far parte della redazione del Timpul, giornale conservatore di Bucarest, cui collaborava a quell’epoca anche Carageale, il gran novelliere e commediografo rumeno.
Come Eminescu vivesse a quel tempo a Bucarest e qual fosse la redazione del Timpul ce lo fa sapere lo Stefanelli nelle sue Amintiri despre Eminescu.
«Ci recammo1 all’Hotel Dacia, dove si trovava allora la redazione del Timpul. Nella prima stanza vedemmo un signore (Carageale), a cavalcioni di una specie di cavallo di legno che gli serviva da sedia, che scriveva su di una tavola molto alta, simile a quelle usate dagl’ingegneri, e che ci disse che Eminescu lavorava nella stanza seguente. Entrammo e tro-
- ↑ Lo Stefanelli, Eminescu ed altri ex-colleghi all’Università di Vienna avevan giurato di passare ogni cinque anni una serata insieme a Bucarest. Il primo tentativo riuscì però abbastanza sfortunato. Uno era morto, altri si scusarono di non poter venire per gravi ragioni familiari o professionali. Gli altri, dopo il convegno di cui parla qui lo Stefanelli, scoraggiati, si slegarono dal giuramento prestato e le simpatiche riunioni non si tennero più. L’uso però dura ancora in Rumania e di dieci in dieci anni i compagni di corso si riuniscono anche ora a festeggiar l’anniversario della licenza liceale, invitando al fraterno banchetto i loro professori e rivivendo nel ricordo gli anni felici della loro vita di studenti. A qualcuno di questi banchetti ho preso parte anch’io e mi è sempre parso che la bella usanza potrebbe attecchire anche in Italia, dove in genere la vita studentesca è poco sviluppata, e, una volta usciti dal liceo, spesso non ci si rivede più o solo di sfuggita, il che è proprio un peccato quando si pensi che le amicizie più intime e più sincere son proprio quelle che si contraggono sui banchi della scuola.