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Introduzione | xxi |
Niculae Densușianu1 allora (1865-1870) studente in legge all’Università di Sibiiu ci ha lasciato alcune pagine, in cui ha fissato il ricordo di quella prima conoscenza giovanile:
Un giorno d’autunno — l’anno preciso non mi riesce di ricordarmelo — mentre passavo per Via de’ Beccai mi venne incontro, un po’ più giù della Posta, un giovine dell’Istituto teologico-pedagogico e mi presentò un altro giovine dal viso bruno, dai grandi occhi aperti in un’espressione tra di sogno e di meraviglia, con un dolce sorriso sulle labbra, e mi disse che quel giovine era Eminescu, Eminescu che desiderava conoscermi. Fino a quel giorno tra me ed Eminescu non era intervenuta alcuna conoscenza personale; ma egli aveva «pubblicato nella Familia del sig. Vulcan i suoi primi tentativi poetici, sicchè lo conoscevo di nome per quelle poesie che avevan destata tutta la mia ammirazione.
Un brivido mi corse per le ossa, un brivido che allora mi parve inesplicabile, quando mi vidi davanti questo giovine scrittore in un costume quanto mai singolare.
Non certo per mancanza di rispetto alla sua memoria, ma a testimonio della sua sorte infelice, debbo dire che i suoi abiti erano alla lettera degli stracci, che cadevano a brandelli dalla sua persona. A mala pena gli restava al collo un resto insignificante di camicia; il petto appariva completamente nudo, malgrado gli sforzi sovrumani che il disgraziato faceva per coprirselo con una giacchetta tutta logora e lacera alle maniche dalle spalle ai gomiti; laceri e sfrangiati aveva anche i pantaloni. Malgrado però i suoi abiti facessero supporre in lui le più crudeli sofferenze, egli
- ↑ N. Densușianu, Scrisoare in Anuarul al III al Societății pentru crearea unui fond de teatru român pe anii 1899-1900. Brașov, 1900, p. 14.,