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xx Introduzione


Eminovich. La commissione delle poesie c’informò anche che il loro autore non contava più di sedici anni.

Pubblicammo con piacere quelle prime ispirazioni giovanili; la prima poesia apparve nel n. 6 della Familia di quell’anno.

Il redattore si permise però un piccolo cambiamento: il nome di Eminovich non gli sonava bene all’orecchio per via di quella sua desinenza slava; gli rumenizzò dunque il nome modificandone la desinenza, e così le poesie apparvero nella nostra rivista sotto il nome di Eminescu.

L’autore non protestò, anzi adottò egli stesso questa forma, e, d’allora in poi, firmò sempre Eminescu tutte le sue poesie e gli altri suoi scritti.

Così fu introdotto nella nostra letteratura il nome di Eminescu.

Lo scrittore di queste righe gli fece da padrino.1

Apparvero così in Familia le poesie: Se avessi.... (II, 68; 25 febbraio 1866); Viaggio al regno dei sogni mattinali (II, 158; 15 maggio 1866); Dall’estero (II, 248; 17 luglio 1866); Alla Bucovina (II, 292; 14 agosto 1866); La Speranza (II, 337; 11 settembre 1866).

Cinto dell’aureola discreta di queste sue prime poesie (in cui a me pare che, pur tra le necessarie ridondanze, inesperienze e ingenuità — vedi soprattutto La Speranza — ci sia già tutto Eminescu, con quel suo vivo e fresco senso della natura, quella sua spiccata simpatia per le cose minuscole e graziose, quella sua musicalità fantastica, che avvolge la parola e il verso come in un velo d’armonia); apparve egli dunque ai giovani studenti di Sibiiu e di Blaj, dove si recò in quell’anno quasi a cogliere i lauri dell’ammirazione e della simpatia dei giovani connazionali.



  1. I. Vulcan, Mihail Eminescu in Familia; 13 gennaio 1885, pp. 14 sgg.