io abbia ammirato la tua poesia: Così fresca..., quanto io l’abbia
ammirata potrei forse dirtelo? Tu stesso devi ammirarla inconsciamente nell’intimo del tuo cuore e adorar la tua creazione
non meno della creatura che divinizzi in essa. È un sentimento
così alto, così nobile, così profondo quello che la ispira, - ma consacrato ad un essere al quale io per disgrazia, o forse per fortuna,
non mi posso nè assomigliare nè paragonare - che dovrei quasi
lodartene.... se non mi rendesse profondamente infelice. Amico
mio, la tua poesia è sentita, il che vuol dire che io sono sparita dal tuo cuore; ed ho forse tenuto a qualche altra cosa al mondo più che al tuo cuore? I tuoi versi mi hanno addolorata profondamente,
perchè ho sentito che una creatura souverainement supérieure mi
ha cacciato dal tuo cuore, dove forse senza alcun diritto e di sorpresa m’ero introdotta. Scrivendoti, piango lagrime amare; un
dolore nuovo, e fino a quest’ora ignoto mi strazia l' anima, un
dolore tanto più insopportabile, quanto meno posso fartene una
colpa..... La sintassi di questa lettera, scritta in preda alla passione,
in un’ora amara di dolore, lascia molto a desiderare. Noi siamo
stati costretti a rabberciarla qua e là per non togliere la sacra dignità
del dolore al grido così straziante e rassegnato di questa soave
anima femminile piagata a morte; ma qualche traccia ne è rimasta
nè conveniva sopprimerla. Ci voleva assai poco a tradur questa
lettera nel più accademico stile italiano di questo mondo; ma ci è
sembrato una profanazione il tentarlo. Resti dunque così e il lettore
si contenti questa volta di un umano grido di dolore, rinunziando
a una pagina di.... letteratura, che sarebbe stata dopo tutto una
cattiva azione; nè voglia imputare al traduttore quanto in queste
righe, scritte con l’animo in tempesta, ci sia per avventura di poco
elegante e di sconnesso. Non credo che Veronica s’ingannasse.
Tuttavia Eminescu dovè riuscire a convincerla che si trattava di lei
o di una donna ideale, del tutto inesistente, poi che il 19 ottobre la
pace era già fatta e Veronica gli scriveva una lettera affettuosissima,
riboccante di passione, dalla quale si rileva che l' innamorata donna
era corsa a Bucarest ed ogni nube era scomparsa dal cielo così raramente
sereno di questo suo dolcissimo e triste amore. Da una lettera
posteriore (5 novembre 1879) possiamo argomentare che tre giorni
dopo aver scritta quella triste lettera, e cioè il 5 settembre 1879,
Veronica era a Bucarest e accordava per la prima volta all’amato
la suprema prova d’amore. La lettera del 5 novembre è la prova
migliore che, finché il marito fu vivo, Veronica non ebbe con Eminescu
altri rapporti che sentimentali, il che vale a sfatar tutte le
calunnie che avvelenaron resistenza di questa donna bella, intelli-