non si può: chiudon la via 5gli stranieri. Insino al mare
dall’Hotin non si può andare.
Dalla Vatra alla Boiana
roso ha il tarlo l’avellana;
succhian sangue gli stranieri 10si che più non sei qual eri.
Su pel monte, giù a la valle,
lo stranier s’è aperto il calle.
Da Sacele a Satenare
per sentieri altri passare, 15fuor dei suoi, giammai non lice:
oh, Romen tristo e infelice,
come il granchio, va a sghimbescio!
Il raccolto va a rovescio;
nè l’autunno vien per lui, 20nè l’estate vien per lui:
nella patria egli è straniere!
L’inimico a schiere a schiere
vien da Torre a Dorochoi
e si pianta in mezzo a noi. 25Com’ei vien per ferrovia,
gli uccelletti volan via;
del cristian resta vicino
l’uscio l’ombra dello spino!
Ahi, la terra scopre il seno! 30Cade il bosco (del romeno
gran fratello) della scure
sotto i colpi, e le sue pure
polle d’acqua va seccando,
miserando in miserando 35tenitoro. Chi gli estrani
invitò, mangingli i cani
l’atro cuor, gli porti via
figli e ben la carestia, 40e la rea sterilità.
O Stefano, Maëstà,