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Poesie 119


LXXII.

TE NE VAI....


Te ne vai ed anni interi
più non ti vedran gli occhi miei tristi,
innamorati dell’esser tuo,
di come sorridi, di come ti muovi.

5E non è sereno come una favola
l’amor mio doloroso,
un demone è per me il tuo spirito,
una bella forma marmorea.

In volto ha la malia del pallore,
10e gli occhi.... oh come vivi scintillano!...
sono umidi, brillanti
di lusinghe e furberie.

Se mi tocchi, tremo tutto;
se passi, sobbalzo a’tuoi passi;
15dal dolce-tremolar delle tue ciglia
la mia vita pende in eterno.

Te ne vai e non rimpiango
oramai più il passato:
20di non esser più la vittima
d’un dolore inesorato,

che l' udito più non mi attenui
col dolce alito della bocca,
che la mano sulla fronte
più non mi passi estasiandomi.

25Ho potuto in mente mia
insultarti con vili ingiurie,
t’ho odiata con furore,
t’ho maledetta.... perché t’amavo.

Oramai neppur questo
30più mi resta, e non t’odio più: