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114 | Eminescu |
«Scendi giù, bell’Astro carezzevole,
«scivolando lungo un tuo raggio,
«entra nel bosco e nell’anima mia,
«380l’ebbrezza mia rischiara!»
Trèmola egli come una volta
sulle selve e sui colli,
accompagnando deserti
di mobili flutti;
385ma non più come una volta discende
nei mari dall’etra superna.
— «A te che importa, forma d’argilla,
«che io o un altro t’illumini?
«Vivendo nel vostro cerchio ristretto
«390la fortuna vi governa;
«io nel mio mondo mi sento
«immortale e freddo!»
LXVIII.
GLOSSA.
Tempo passa, tempo viene,
tutto è antico e tutto è nuovo;
ciò ch’è bene e ciò ch’è male
sol domandati e rifletti;
5non sperare e non temere,
ciò ch’è onda, com’onda passa;
se ti esorta, se ti chiama,
resta freddo a ogni cosa.
Quante cose l’occhio vede,
10quante cose l’orecchio ascolta!
Ricordar chi le può tutte?
Ascoltarle potremo ognora?
Siedi dunque in un cantuccio