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Introduzione | XV |
una inadattabilità precoce, che preluderebbero alla pazzia, di cui l’infelice poeta morì. Anche il Duprè, che non fu mai nè nevrastenico nè pazzo, fuggì da Siena, malcontento del suo principale che lo aveva ingiustamente maltrattato, e se n’andò a Firenze a rivedere la mamma. Eminescu era, fin dall’infanzia, una natura poetica, melanconica, fantastica.... ecco tutto! Un mondo di sogni gli bolliva fin d’allora nel cervello e tutto ciò che vedeva lo interessava in sommo grado. Il che equivale a dire che vedeva il mondo con altri occhi dalla comune dei mortali, e che cioè fin d’allora era un poeta. Perciò si sprofondava nei boschi ed ascoltava le voci delle sorgenti, delle foglie, del vento, degli uccelli. Senza quelle sue passeggiate nei boschi avremmo noi quel magnifico squarcio poetico ch’è l’VIII parte di Călin? Avremmo «il poeta della foresta e della polla», come a me piace di chiamar Eminescu? No, certo! E, allora, benedette passeggiate nel bosco, benedette fughe dalla scuola, benedetta quella nobile pazzia ch’è la divina, dolcissima, immortale Poesia!
Non ho l’intenzione di fare una biografia minuta di tutti i fatti esterni della vita di Eminescu. Con questo volumetto non ho neppure la prosunzione di assolvere del tutto il voto che ho fatto di far conoscere in Italia questo poeta caro al mio cuore. Se Iddio mi darà tempo, forza e serenità, conto scriver su lui uno studio che illumini tutta la sua opera di poeta. Per ora concentrerò in poche pagine le notizie necessarie e le esporrò in uno stile quasi telegrafico.
Il piccino fu a sei anni allontanato dalla mamma e mandato a Cernăuți a far le classi elementari alla scuola
riamo. Ma, ahimè, il mite e caro sottobibliotecario dell’Accademia Rumena che tanto bene mi voleva e tanto m’aiutava ne’ miei studii, non è più! Alla cara memoria dell’amico scomparso, mando qui un affettuoso e commosso saluto!].