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110 | Eminescu |
245Perciò i giorni mi passano
aridi come la steppa;
ma le notti hanno un fascino dolce
che non posso spiegare.
— Tu sei ancora bambina, ecco tutto!...
250Su! ce n’andremo alla ventura,
finché le nostre orme si perdano
e nessuno più ci conosca.
Saremo saggi e l’uno e l’altro
e allegri e forti,
255perderai ogni ricordo dei genitori
ed ogni amore di stelle!
♣
L’Astro si mosse. Crescevano
a lui l’ali nel cielo,
e vie di mille anni divoravano
260in rapidi istanti.
Un cielo di stelle di sotto spiegavasi,
di sopra un altro cielo di stelle, —
sembra un lampo ininterrotto
ramingo tra quelle.
265E dai flutti del Caos
vedeva intorno a sé
zampillar luci come nel primo
giorno del mondo,
luci che, nascendo, lo circondavano,
270vaste come mari; a nuoto
vola egli, pensiero portato dal desiderio,
finché del tutto, del tutto s’estingue.
Poi che dove giunge non è confine,
nè occhio che vegga,
275e invano il tempo si sforza
di nascer dal vuoto.