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Poesie 101


105Non v’accorgete che il vostro amore vi è estraneo?
che, folli! le cose più sciocche vi sembran meraviglie?

Non v’accorgete che serve ai fini della Natura,
ed è culla d’altre vite, che saran semi d’odio?

Non vedete che il vostro riso nei figli vostri è pianto,
110e ch’è solo per sua colpa che ancora vive il seme di Caino?

O teatro di fantocci!... vano suon d’accenti umani!
Mille fole e barzellette voi narrate senza intenderle

come tanti pappagalli!... Affé mia sembrate attori
che recitino a sè stessi e ripetano all’infinito

115ciò che sempre i secoli dissero e che diranno ancora,
finché il sole si spegnerà precipitando all’imo.

Che? Quando la luna sui deserti filtra di tra le nubi il suo raggio,
tu, col tuo mondo di pensieri, vorrai seguirne l' orme?

O vorrai scivolar sul ghiaccio delle strade sotto la neve,
120guardare i lumi accesi d’una ben nota stanza

per veder la tua bella fra uno stuol di perdigiorni
mentre a tutti sorride nella sua leggerezza?

ed ascoltar di fuori il tinnir degli sproni e il frusciar delle gonne
mentr’essi s’arricciano i baffi ed esse fan l’occhio dolce?

125Mentre lei con uno sguardo dà l’appuntamento,
tu col tuo ridicolo amore te ne starai fuori al gelo?

Amerai, ostinato e violento come un fanciullo,
chi è fredda come la neve e incostante come Marzo?

Protendendo a lei le braccia, perderai la ragione
130ad ammirarla e carezzarla dal capo alle piante col pensiero,

come un bel marmo di Paros o una tela del Correggio,
mentre è fredda e civetta? — Via, caro, sei ridicolo!


Si.... sognavo un tempo colei che m’avrebbe amato,
che quando fossi sopra pensieri mi guarderebbe di nascosto