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Poesie 97


275Ma troppo avete scoperto il vostro gioco e straziato questo paese,
troppo avete compromesso il buon nome del nostro popolo,

troppo avete fatto strazio della lingua, degli antenati, degli usi aviti,
perchè non apparisse chi siete in realtà: dei farabutti!

Sì, il guadagno senza fatica è l’unico ideale,
280la virtù è dabbenaggine e il genio una disgrazia!

Ma lasciate almeno gli avi dormir nella polvere delle cronache:
destandosi dal loro passato di gloria, vi guarderanno, a dir molto, ironici.


Oh torna un sol giorno al mondo o Țepeṣ Voivoda,
dividili in due schiere: di mentecatti e di delinquenti,

285cacciali a viva forza in due grandi prigioni,
e poi da’ fuoco e al carcere e al manicomio!


LXVI.

EPISTOLA IV.


Sta il castello solitario rispecchiandosi nei laghi,
ed in fondo all’acqua chiara dorme l’ombra sua da secoli;

misterioso sta nella notte e di tra gli abeti s’innalza,
dando tanta oscurità ai roteanti flutti.

5Attraverso le finestre ad arco, dietro i vetri, treman solo
lunghe tende increspate che scintillano qual brina;

la luna tremola sui boschi, s’accende, si fa grande,
e spigoli di rocce e vette d’alberi profila sul cielo,

mentre le querce sembran sentinelle giganti,
10che il suo sorgere veglino come un tesoro arcano.

7 — Eminescu, Poesie.