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36 | Eminescu |
III.
Pensi ognun quel che gli pare del mistero verginale,
io vi dico ch’ella pare innamorata di sè stessa.
Anche a Narciso accadde, guardandosi alla fonte, suo specchio,
50d’esser al tempo stesso amante e amato.
E se qualcuno potesse sorprenderla, mentre
coi selvaggi occhi azzurri nello specchio si mira,
le dolci labbra protendendo e chiamandosi per nome,
cara a sè stessa cosi come nessuno le è caro;
55quegli allor con un solo sguardo il segreto le rapirebbe;
che cioè la bella vergine ha scoperto d’esser bella.
Oh visione soave, estasi dell’anima, vergine dagli occhi grandi e dalla chioma folta,
un bell’idolo ti sei scelto pel tuo cuor di verginella!
Che mai susurra ella in segreto, mentre dal capo alle piante
60l'immagin sua giovane e graziosa meravigliata contempla?
«Un bel sogno questa notte ho avuto: m’è apparso un Vampiro
e, forte tra le braccia stringendolo, ero per soffocarlo;
perciò, quando mi guardo nello specchio delle lucide rocce,
soletta in carnicina tendo a lui le mie bianche braccia
65e de’ miei capelli biondi mi vesto come di una veste leggera
e nel vedere il mio rotondo omero mi vien voglia di baciarlo,
ma di pudore allora il sangue m’imporpora il viso.
Perchè davvero non viene il Vampiro, perch’io sul petto gli cada?
Se voluttuosa fletto in arco la vita, se gli occhi miei mi piacciono,
70come queste cose potrebbero non piacere a lui?
E se a me stessa son cara, come a lui non dovrei esser cara?
Dunque tu, bocca, sta’ attenta a non dirlo a nessuno,
neppure a lui stesso, quando furtivo vien la notte al mio letto
desideroso come una donna e furbo come un bambino!»