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grand’Anima del suo Padre. Grande invero è l’incarco, grande la mia insufficienza. Però mi conforta il pensiero, che voi benignamente mi permettete che io parli più per cuore che per arte, più seguendo i vostri affetti che cercando nuovi pensieri: perocchè la novità in sì fatto genere di dire riuscirebbe inseparabile dall’ombre tetre d’un falso encomio, del che non potrebbe sapermi grado la candidezza de’ vostri animi usata a pregiare i fatti più che ad immaginarli. Quindi riflettendo all’eccelse prerogative di cui era fornito l’augusto Defunto, io ravviso in lui l’individuo carattere di un Re Pio, Benefico, e Giusto. Se tale assunto mi sarà dato di mostrarvi, spero di rendere alla real memoria che onoriamo quell’omaggio di gratitudine, che non sa non tributare una Città fedele e riconoscente.

Che la pietà, la Religione sia la base, sulla quale fermo ed immobile possa reggersi un Trono, e per cui non ha da paventare il rovescio o all’impetuoso rumore delle folgori di guerra od al muto insidiar di popoli irrequieti, è una verità tanto antica, quanto è antica l’origine dei Monarchi. «Per me regnano i Regi, scriveva il Savio inspirato dal Dio degli eserciti, ed i Legislatori ordinano il giusto: per me i Principi comandano, ed i Giudici ammi-