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pre la Religione come il sostegno del Trono, la cercava prima d’ogni cosa eziandio nei magistrati, negl’impiegati, negli uomini da guerra, a’ quali ordinava con sommo calore lo stretto adempimento ai doveri di Religione, e volle che anche le guardie fisse di ciascun luogo piegasser le ginocchia sul suolo al segno della Salutazione angelica. Perciocchè aveva Egli per matura esperienza imparato, che senza Religione gli esecutori della Legge pervertivano il buon regime, ed il valore militare degenerava in furore, ossia in impeto cieco che non può tenere stabile l’imperio. Quel Dio infatti, che ai sudditi comanda d’ubbidire ai Re, vuole altresì che i Re facciano quanto possono perchè i sudditi ubbidiscano a Dio. Quindi Carlo Felice non cessava d’inculcare con eccitamenti caldissimi l’osservanza del divin culto nei dì festivi, e il gran rispetto a quanto avea di sacro. Egli non permise mai, che i Ministri del Santuario si confondessero cogli altri nell’ammetterli ai consueti cerimoniali, ravvisando in loro l’altezza del carattere che li dovea distinguere, pel quale insegnava ai popoli di doversi rispettare. Laonde somma era la protezione e venerazione ch’Ei mostrava alla Chiesa, e specialmente al Capo visibile di lei,