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do l’ora della riscossa risuonerà. Non tarderà quell’ora: Roma è nostra.
La morte di quel prode già incomincia a produrre il suo effetto, perchè da per tutto gl’Italiani ed i Polacchi ne onorano la memoria e si riscaldano di patrio affetto. Da Cracovia il dì 8 maggio queste parole venivano indirizzate agl’italiani «Il tristo suono della campana annunzia oggi alla città nostra la trista novella della morte del generale Nullo. Oggi questa perdita associa due grandi nazioni. Il sangue caldo ancora di figli italiani si mischia con quello de’ polacchi. Italia! tu piangi oggi il tuo figlio, e la Polonia piange il suo eroe. Grazie a te, o terra generosa, per tali sacrifizi; grazie a te, o madre virtuosa, che con occhio asciutto dasti il brando al tuo figlio, mandandolo a combattere e morire per la causa della tua sorella. Italia! il tuo figlio morì, ma morì con queste parole «Vendetta! Viva la Polonia!» Sì: egli morì per il mondo, ma vivrà sempre in ogni cuore polacco, la sua ombra insanguinata percorrerà sempre le file de’ combattenti, le sue parole suoneranno sempre negli orecchi di tutti i patrioti polacchi che combattendo grideranno «Vendetta! Viva l’Italia!» Piangano dunque le nazioni sorelle la perdita del degno loro difensore; ma fra poco, superbe di un tale eroe, rassereneranno la fronte, asciugheranno le lagrime, e coprendo le tombe de’ loro martiri con i fiori della gloria, grideranno con sorriso: Viva la libertà».
Il circolo de’ studenti della università di Parma inviava al Municipio di Bergamo queste parole:
«Salve, o generosa Bergamo, salve!
Ogni città d’Italia è terra di eroi, è terra di martiri.
Tu sei di esse regina, di tutte la più superba, la più feconda di ardimentosi figli.
Salve, o generosa Bergamo, gridano dall’Alpi al mare i giovani italiani.
Da te vennero virtuosi esempi, intrepidi compagni, strenui duci.