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xii proemio

suo secolo e sui regnanti del suo secolo, per la sua molteplice e vasta attività di pensatore e di poligrafo. Dotto, come in età più letterata non seppe essere Voltaire, fu come lui ameno ed arguto; se non che avendo galvanizzato col suo spirito una lingua morta, diede vivi guizzi di luce un certo tempo, e poi s’estinse; durarono un poco i Colloquj, dura ancora l’Elogio della Pazzia; sebbene il recente biografo di Erasmo, Desiderato Nisard, pretenda che egli non viva se non ne’ suoi articoli della Revue des deux mondes. Voltaire scrisse la più limpida prosa nella più limpida delle lingue viventi, e vivrà, nel pieno valore della parola, quanto lei. Notevole è che Erasmo fu battuto da Lutero come Voltaire por certi conti da Rousseau; che Lutero maledisse poi agli Anabattisti, come Voltaire e Rousseau, se fossero vissuti a vedere la rivoluzione francese, avrebbero rinnegato Camillo Desmoulins e Robespierre.

«On ne saurait nier, dice il Bayle, qu’à tout prendre Erasme n’ait été ce qu’on appelle catholique; mais il ne vit pas sans joie les prémieres démarches de Luther, et il ne fut pas médiocrement inquiet lorsque il crut le Luthéranisme prêt à se perdre. Il crut l’an 1528, que Luther avait rétracté la plupart de ses doctrines, et s’était exposé par là au mèpris de ses confréres comme un radoteur. Cela deplaisait à Erasme, parce qu’il craignait que les moines delivrés de cette tempête n’excitassent de nouvelles tragédies.

L’illustre Macaulay, tratteggiando il carat-