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questi signori laureati. Inoltre, questa professione, come da moltissimi la vediamo al giorno d’oggi esercitata, si riduce ad una specie di adulazione, quasi quasi come l’eloquenza.

Dopo i medici vengono immediatamente i legulei o mozzorecchi: non saprei se questi supposti figli di Temi abbiano la precedenza sui seguaci di Esculapio; basta, se la sbrighino tra di loro. Quello che v’ha di certo si è, che i filosofi, quasi di unanime consenso, mettono in ridicolo i legali, chiamando giustamente questa professione scienza asinesca. Ma siano pur asini fin che vogliono, saranno però sempre costoro gl’interpreti delle leggi, e i regolatori di tutti gli affari. A buon conto questi signori estendono i loro lati-fondi, mentre il povero teologo, dopo aver frugati tutti gli scrigni della Divinità, è costretto a mangiar delle fave, ed a fare un’eterna guerra cogl’insetti più schifosi.

Da tutto quanto abbiam detto intorno alle discipline, si può conchiudere che le arti più vantaggiose siano quelle, che hanno maggior attinenza con la