Pagina:Elogio della pazzia.djvu/72


della pazzia 59

è la vita umana? Quanto misera, quanto sordida è la nascita! Quanto penosa è l’educazione! A quanti mali è esposta la fanciullezza! Quanti sudori deve spargere la gioventù! Quanto grave è la vecchiaia! Quanto dura è la necessità della morte! Scorriamo una volta ancora questa deplorabile carriera. Qual orribile e varia moltiplicità di mali! Quanti disastri, quanti incomodi s’incontrano nella vita! Finalmente, non v’ha piacere che non sia amareggiato da molto fiele. Chi potrebbe soltanto descrivere l’infinita serie de' mali, che l’uomo cagiona all’uomo, come sarebbero la povertà, la prigionia, l’infamia, la vergogna, i tormenti, le invidie, i tradimenti, gli oltraggi, le liti, le frodi, ecc.? Non saprei dirvi per qual delitto siasi l’uomo meritato tanta copia di mali, o qual Nume sdegnato l'abbia costretto a nascere in una così orribil valle di miserie. Di che chiunque abbia esaminata a fondo la miserabilissima condizione del genere umano, non potrà certo disapprovare l'esempio delle Vergini di Mileto, quantunque sia un esempio degno di tutta la compassione 1.

Chi sono i più celebri fra coloro, che tediati della vita, si diedero spontaneamente la morte? Non sono forse i più prossimi amici della sapienza? Per passare sotto silenzio Diogene, Senocrate, Catone, Cassio, Bruto, sovvengavi di quel famoso Chirone 2, che preferì la morte all'offertagli immortalità. Io ben m’accorgo, che facilmente da questo comprenderete quanto poco sarebbe per durare il mondo, se la sa-

  1. Aulo Gellio racconta, che le vergini di Mileto, invase da furioso amore, si diedero da sè stesse la morte.
  2. Chirone, precettore d’Achille, ricusò l’immortalità offertagli dagli Dei in premio della sua probità, per evitare il tedio di una vita monotona.