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interessi della repubblica, distrusse da’ fondamenti la libertà del popolo romano. A questi aggiungete i Bruti, i Cassj, i Gracchi, ed anche lo stesso Cicerone, il quale non arrecò minor danno alla repubblica romana, che Demostene a quella d’Atene. Voglio accordare che Marc’Aurelio sia stato buon principe; benchè vi siati pure de’ grand’indizj in contrario, poichè per esser appunto troppo filosofo divenne molesto ed odioso ai cittadini ma accordando tuttavia ch’ei fosse buono, fu però senza contraddizione più micidiale all’impero coll’avergli lasciato il suo figlio Commodo per successore, che non gli ha giovato colla sua amministrazione. Questi uomini, che si consacrano allo studio della sapienza sogliono essere ordinariamente infelicissimi in tutto, e principalmente ne’ loro figliuoli. Credesi che questo provenga da una precauzione della natura, la quale cerca d’impedire con tal mezzo, che la peste della sapienza troppo si diffonda presso i mortali.