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della pazzia 189

non con fanciulli, con dounicciuole e con pescatori. Parimente fra tante specie d’animali, Gesù Cristo ha prescelto quelle che più s’allontanano dall’accorgimento della volpe; ha scelto un umile asinello per suo carro di trionfo, mentre avrebbe potuto calcare un superbo leone. Lo Spirito Santo è disceso sulla seconda Persona della Santissima Trinità non già in forma d’aquila e di sparviero, ma bensì di colomba, il più semplice fra gli uccelli. Inoltre la Sacra Scrittura parla spesso di quegli animali che hanno un istinto molto limitato, come sono i cervi, i muli e gli agnelli. Non chiama forse Gesù Cristo col nome di pecore coloro che sono eletti a godere con lui il suo regno de’ cieli? Ora ove trovasi mai un animale più stupido della pecora? Anticamente solevasi per disprezzo ed ingiuria dare un tal nome alle persone stupide ed idiote. Di più in conseguenza del paragone degli eletti colle pecore, Gesù Cristo si gloria del titolo di pastore, ed ama pure moltissimo il nome d′agnello; infatti San Giambattista lo fa conoscere sotto un tal nome quando dice: Ecco l’Agnello di Dio; e sotto questa figura vien parimente rappresentato in diverse visioni dell’Apocalisse.

Ma quali saranno dal fin qui detto le nostre conseguenze? Eccole: gli uomini sono matti, senza nemmeno eccettuar coloro che fanno professione di pietà. Gesù Cristo, il quale è la sapienza del Padre, si è reso come stolto unendosi personalmente alla natura umana, in quella guisa che si è fatto peccato per redimere il peccato. Osservate come il Salvatore ha compito degnamente questo suo disegno. Avendo stabilito ne’ suoi decreti di riscattare gli uomini colla pazzia della croce, impiega all’esecuzione del suo disegno degli Apostoli rozzi ed idioti, raccomanda