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186 | elogio |
sto barbone che non erano per lui tutti i suffragj dell’assemblea, slanciò l’argomento decisivo. Sta scritto, diss’egli: Non permetterai che viva il malfattore: ora ogni eretico è malfattore; dunque, ecc. Allora tutti ammirarono il talento del dottore, e il giudizioso suo dunque venne universalmente applaudito. Non cadde in mente ad alcuno che la citata legge risguardava unicamente gli stregoni, gl’incantatori, i maghi, tutte persone che dagli Ebrei venivano chiamate col nome di malfattori: altrimenti bisognerebbe eziandio condannare al fuoco la ubbriachezza e la fornicazione. Ma sono ben pazza a perdermi in simili freddure, il cui numero è così grande che tante non ne han dette nè Didimo, nè Crisippo, quantunque abbiano pubblicata una prodigiosa quantità di volumi, l’uno trattando della dialettica, e l’altro della gramatica. Vi prego soltanto di farmi giustizia in una cosa, ed è, che s’egli è concesso a questi divini maestri di allontanarsi cotanto dal buon senso e dalla verità, vogliate a più buon dritto condonare la mia inesattezza nelle citazioni, giacchè alla fine non son poi che un’ombra a confronto de’ teologi.
Ritorno a S. Paolo: quest’Apostolo parlando di sè medesimo dice: Sopportate volentieri gli stolti Ricevete anche me come uno stolto.... Non parlo secondo Dio, ma come se fossi stolto... Noi siamo stolti per Gesù Cristo. Qual gloria per me, che un autore di tanto peso parli così favorevolmente della Pazzia! Eppure lo stesso S. Paolo, non contente di questo, passa perfino ad ordinare la Pazzia come una cosa sommamente necessaria alla salute: Chi di voi, dice, vuol comparir sapiente, divenga pazzo affinchè possa farsi sapiente. Non son forse chiamati pazzi da Gesù Cristo in S. Luca que’ due Discepol,