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della pazzia 167

per dimostrarvi evidentemente che nessun uomo può vivere felice se non è iniziato ne’ miei misteri, e se non partecipa de’ miei favori. Ne prendo in testimonio la Fortuna; questa Dea della felicità e della disgrazia, la quale sebbene capricciosa all’ultimo segno, si prende però sempre piacere di secondare le mie intenzioni. Non è ella forse al par di me nemica capitale de’ sapienti? All’incontro essa prodiga i suoi doni a quelli che sentono del pazzio, e per fin quando dormano viene a versar loro in seno i suoi tesori. Voi avrete senza dubbio inteso parlare d’un certo Timoteo capitano degli Ateniesi, il quale fu talmente fortunato, che anche dormendo conquistò e pose a sacco città; ma dal momento che incominciò ad attribuire al suo merito