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a tommaso moro 5

l’antica commedia1, e si faccia qual nuovo Luciano2 a morder tutti senza risparmiarla. Ma pure quei che disgustanti della bassezza dell’argomento e del suo ridicolo, dovrebbero por mente, che non ne sono io al certo l’inventore, e che anzi questo è un uso già da gran tempo osservato da sommi autori. Imperocchè molti secoli prima ha scritto Omero la guerra delle ranocchie e de’ sorci3; Virgilio ha cantato della zanzara e della torta; Ovidio della noce; Policrate anch’esso fe’ l’elogio di Busiride, cui poscia corresse Isocrate; Glaucone lodò l’ingiustizia, e Favorino Tersite e la febbre quartana; Sinesio la calvezza, e Luciano la mosca e i parassiti. Da ultimo Seneca scherzò sull’apoteosi di Claudio; Plutarco scrisse il dialogo di Grillo con Ulisse4; Luciano ed Apuleio parlarono dell’asino, e un tale al dir di San Girolamo, stese il testamento del porco. Faccian conto pertanto, questi censori, che io così per divertimento abbia giocato agli scacchi, o se meglio lor piace, abbia come un fanciullo cavalcato sopra una lunga canna. E a dir vero, che iniquità non è ella, che permettendosi ad ogni condizion di persone i suoi passatempi, si cerchi poi di vietarli tutti al letterato negli studj

  1. L’antica commedia in Grecia non rispettava le persone, chiamandole per nome, stimmatizzando i loro vizj, il che fu proibito per legge; dalla qual riforma nacque la nuova commedia.
  2. Luciano esercitava in Samosata la professione di retore; la sua satira non risparmiava alcuno, nemmeno gli Dei, onde gli fu dato il soprannome di empio.
  3. Si dice comunemente che Omero ne sia l’autore, ma non mancano alcuni dotti, che la credono piuttosto composta da qualche altro scrittore ad imitazione d’Omero.
  4. Grillo greco, cambiato dalla maga Circe in porco, disputa con Ulisse, asserendo che la condizione de’ bruti è più felice di quella degli uomini.